venerdì 20 maggio 2016

MTB Levanto - Bracco - Deiva Marina



km 41,50
aumento di quota m. 1424
difficoltà tecnica media
Giro lungo e faticoso ma davvero bello e divertente.
Ecco la mappa

Partiamo da Levanto in direzione Genova per la strada provinciale 42, incrociamo un paio di bivi, teniamo sempre la destra sino a raggiungere la strada statale Aurelia che prendiamo a sinistra sempre in direzione Genova.
La percorriamo per circa 2,5 chilometri passando il Passo del Bracco.
In prossimità di una curva a destra, inizia finalmente il sentiero, troviamo la scritta MTB sul guard-rail a lato della strada.
Il sentiero è subito fluido e veloce, dopo un chilometro circa svolta bruscamente a destra, fate attenzione la velocità è sostenuta ed è facile continuare diritti.
Fermatevi un attimo per gustarvi il panorama.
Un tratto di sentiero tecnico e arriviamo sulla strada che prendiamo in salita per poche centinaia di metri.
Prendiamo a sinistra il sentiero 644, dopo una primissima parte scavata dalle piogge il sentiero diventa bello e scorrevole con una particolare e morbida terra rossa, piuttosto rara dalle nostre parti, l'ultima parte un pò piu tecnica con curve strette e tornanti.
Giungiamo sulla strada per Mezzema che prendiamo a sinistra sino al casello autostradale di Deiva Marina.
continuiamo in discesa per  Deiva, e dopo un chilometro circa e prendiamo a destra il sentiero.
Fare attenzione, è abbastanza facile perderlo, sull'asfalto c'è una freccia nera non molto visibile, bisogna scavalcare il guard rail.



Incomincia da qui il percorso denominato "Fumarupe"
Dopo un primissimo pezzo piuttosto ripido il percorso và ad intersecare il sentiero esistente attrezzato dai bikers deivesi con passerelle drop e salti.
Il percorso finisce sulla strada di Deiva, prendiamo a sinistra e torniamo verso Piazza e Castagnola passando per Cà di Lazzino.
Una volta a Castagnola, se siete abbastanza in forma, potete prendere il sentiero che passando nella valle porta a Framura Costa, noi eravamo troppo stanchi e abbiamo preso la strada provinciale sino a Framura Setta, da lì attraverso una delle "creuze" siamo scesi ad Anzo e poi al mare, per prendere la pista ciclabile che ci ha riportato a Levanto 

sabato 12 dicembre 2015

In mountain bike sul Monte Focone

Domenica in mountain bike

Itinerario : Levanto - Sopramare - Colla Bagari - Monte Focone - Levanto
km 11 594 metri di dislivello.

Ecco la traccia gps Monte Focone #mtb

Incontro ore 9 come di consueto
Claudio propone Monte Focone via Sopramare,  io sono un pò perplesso ma non l'ho mai fatto in bici, mi sento in forma e dico ok.
Pierluigi, ignaro di tutto, conferma con entusiasmo 
Saliamo sino a loc. Sopramare  con strada asfaltata, molto ripida ma per fortuna non troppo lunga.
In effetti mi sento bene, arrivo in cima alla salita senza troppo affanno.
Sosta per riprendere fiato e prendiamo a sinistra  il sentiero 522.
L'entusiasmo scema subito, riusciamo a pedalare poche decine di metri, ci tocca  spingere la bici sino ai 346 metri di colla Bagari.




Finalmente Colla Bagari e sosta obbligatoria per rifocillarsi  e prendere fiato.


arrivo a Colla Bagari

Ripartiamo prendendo il sentiero n.1 V/A verso Punta Mesco.
Questa parte è un pò più pedalabile anche se ogni tanto tocca scendere per superare qualche  roccia in salita.
Alla nostra sinistra appare Monterosso e  la costa delle Cinque Terre

Monterosso e la costa delle Cinque Terre

Arriviamo all'incrocio a destra che ci porterà in cima al Focone.


Questa è l'ultima fatica, una buona mezz'ora di portage in salita a volte ripida e finalmente raggiungiamo i 380 metri del  Monte Vè o Focone.
Ci sentiamo stanchi e un pò frustrati ma l'idea che la salita è finita è molto rinvigorente e poi una sosta in questo ambiente ci fà passare ogni sconforto.


Punta Mesco dal Monte Focone

Scendiamo dal versante rivolto a nord del Monte Focone e l'ambiente cambia completamente.
Da brullo e arrostito dal sole e dai venti africani diventa verde e rigoglioso.
Ci tuffiamo nel bosco mediterraneo.
Pini, lecci, erica e corbezzolo.
Il sentiero è tecnico, con molte pietre sul percorso e talvolta stretto.
E' percorso sopratutto da escursionisti a piedi che si sà sono meno esigenti di noi biker
Arriviamo in località "Ciegheza" e comincia una strada sterrata che ci porta sulla sp 56 del Mesco.
Risaliamo l'asflato per qualche decina di metri e prendiamo il sentiero n. 1 che ci porta a Levanto.
Quest'ultima parte è molto frequentata dai camminatori, da fare solo in inverno possibilmente non la domenica.
Considerazioni finali
non l'avevo mai fatto in bici e mi sono voluto togliere lo sfizio, ma francamente non è da consigliare, anche la discesa non è cosi appagante dopo tutta quella fatica, mentre è una gran bella escursione da fare a piedi, consigliata:

il Levante ligure dal Monte Focone


domenica 19 aprile 2015

Case Lovara nel promontorio del Mesco

Case Lovara

Un pò di tempo fà scrissi questo post Case Lovara e il FAI ora a distanza di due anni sono arrivate le autorizzazioni per cominciare i lavori.
Ero molto scettico sui tempi della burocrazia italica ma devo ammettere che questa volta tutto è filato liscio.
Due anni sono decisamente pochi per un progetto all'interno di un'area protetta catalogato come SIC (sito di interessa comunitario).
I primi lavori di bonifica dei terreni e messa in sicurezza degli edifici erano stati già eseguiti ora possono iniziare i lavori di ristrutturazione dei tre edifici.

Inizio lavori


Obiettivo del progetto è il recupero dell'area come un modello per la corretta gestione dell’opera dell’uomo in zone soggette a regolamentazione come quelle del Parco Nazionale delle Cinque Terre.
Il sito “Case Lovara”, infatti, per contesto e caratteristiche risulta particolarmente significativo per lo studio delle problematiche paesistico-ambientali dell’area e per questo le ricerche, le verifiche e le valutazioni  potranno essere proficuamente impiegate per altre realtà simili nell’ambito del Parco.
Attraverso il recupero delle colture tradizionali, che hanno permesso il ripristino dei terrazzamenti originari - indispensabili per contrastare il dissesto idrogeologico - e degli antichi edifici con tecniche tradizionali, si intende procedere al restauro di una parte di paesaggio rurale storico a oggi abbandonato.
A conclusione dei lavori si procederà all’insediamento di un’impresa agricola e di un’attività ricettiva, improntata alla sostenibilità sia economica che ambientale, che prevede la copertura di oltre il 40% del fabbisogno energetico complessivo prodotto da fonti rinnovabili, come l’energia solare ed eolica.
Il progetto contempla la realizzazione di un piccolo agriturismo, una piccola area campeggio, bar e servizi, una funzione produttiva, con attività agricole di qualità, allevamento e apicoltura.

sopra Case Lovara

Per mettere a punto questo progetto, il FAI si è avvalso della collaborazione di due importanti istituzioni accademiche: il Laboratorio per il Paesaggio e lo Spin Off Horizons della Scuola di Agraria dell’Università di Firenze, che hanno studiato gli aspetti paesaggistico-ambientali e della biodiversità e il recupero delle pratiche agro-forestali tradizionali, e l’Università di Genova, Dipartimento di Scienze per l’Architettura, che si è occupata del recupero conservativo dei manufatti nonché della loro rifunzionalizzazione nel rispetto della particolarità dei luoghi anche mediante l’adozione di metodi a ridotto impatto ambientale.

Che altro dire, complimenti al FAI e alla Fondazione Zegna che ha sostenuto il progetto e una volta tanto anche agli uffici pubblici competenti. e via ai lavori per creare un modello virtuoso tra uomo e ambiente.




lunedì 9 marzo 2015

In bici da Levanto a La Spezia per la litoranea delle Cinque Terre


Lunghezza 40 km,  aumento di quota m 1638.
Strada completamente asfaltata con traffico a bassa intensità ad eccezione della prima e ultima parte.
Per maggiori informazioni sul percorso clicca qui

da Levanto prendiamo la strada provinciale SP 38  direzione La Spezia.
Dopo circa un chilometro abbandoniamo l'abitato e la strada comincia a salire.
Ci aspettano una decina di chilometri con pendenza media del 7,5%.
La ridotta velocità ci consente di apprezzare la vallata orientale di Levanto con i suoi piccoli borghi.
Gli alberi di olivo lambiscono la strada, di fronte a noi sulla destra appare Fontona e dopo un po' Chiesanuova, passiamo Legnaro e il pensiero corre ai prossimi due chilometri ancora duri poi però, prima di Colle di Gritta, la strada spiana e  finalmente si respira.
Giusto il tempo di riprendere fiato e la strada riprende a salire verso il passo del Termine, all nostra destra appare Punta Mesco e poi Monterosso, incrociamo il Santuario di Soviore e finalmente arriviamo al Passo del Termine e al bivio per le Cinque Terre.

Monterosso e il promontorio del Mesco

La salita dura è finita, la tappa è d'obbligo. Si beve, si mangia e si indossa la mantellina e poi giù in discesa.
La strada, molto piacevole e poco trafficata, scende dolcemente lungo la dorsale dei monti che sovrastano i cinque villaggi, rimane qualche traccia dei danni provocati dall'alluvione nel 2011, ma lavori sono previsti a breve per completare la riqualificazione.
 Le fasce coltivate a vigna si alternano a zone boschive. Sopra Vernazza il percorso si allontana decisamente dal mare e l'ambiente cambia, pini marittimi, lecci e macchia mediterranea.
Ritorniamo verso mare, e nuovamente i terrazzamenti prendono il sopravvento, giungiamo sopra Corniglia e questa è la parte che più ci colpisce

vigneti sopra Corniglia

 Si capisce perché lo slogan "il parco dell'uomo" scelto dal Parco Cinque Terre è stato azzeccatissimo.
 L'opera dell'uomo, nei secoli, ha modellato il territorio costruendo le famose  terrazze sui declivi, in modo da sfruttare appieno i terreni posti in forte pendenza che degradano verso il mare.
Dopo alcune brevi soste per foto ce ne concediamo una più lunga a Volastra il paese sopra Manarola.
Un caffè al bar del paese, la fontanella per riempire le borracce e perché no una breve visita al Santuario del XII secolo.

Volastra

Riprendiamo la strada, superiamo Riomaggiore e dopo una salita non molto lunga ecco apparire l'isola del Tino e l'isola Palmaria.

Isola del Tino e Palmaria

Ci stiamo avvicinando alla città ed il traffico diventa un po' più intenso, la strada è larga, maciniamo chilometri sempre con il mare alla nostra destra sino ad imboccare la galleria che ci introduce nel golfo di La Spezia.
La prima immagine che abbiamo è il porto con l'arsenale militare.

arrivando a La Spezia

La discesa è veloce e scorrevole e in pochi minuti arriviamo in città per poi dirigerci alla stazione in attesa del prossimo treno che ci riporterà a Levanto, naturalmente chi ha buone gambe può tornare a Levanto passando dalla Val di Vara, non era il mio caso.
Prima di salire verificate che il treno sia attrezzato per il trasporto bici e come sempre scrivetemi se volete la traccia gps.








venerdì 16 gennaio 2015

a piedi da Corniglia a Manarola

è il momento di legare la vigna
Lunghezza km 6,88, aumento di altitudine m 495, due ore e mezzo circa.
Partiamo dalla stazione ferroviaria di Corniglia, ecco il percorso e prendiamo la scalinata che ci porta in paese.
Corniglia e' il più piccolo dei paesi delle Cinque Terre, la sua posizione in alto rispetto alla ferrovia ne fa il villaggio meno frequentato e di grande fascino.

scalinata per  Corniglia

Il sentiero parte subito dietro la chiesa parrocchiale di San Pietro, all'inizio una fontanella di acqua potabile ci invita a riempire la borraccia.
Immediatamente si inerpica attraversando terrazze coltivate a vite e ulivo.
Corniglia e' sempre sotto di noi e con la scusa di una foto facciamo brevi pause per riprendere fiato.
Continuiamo a salire, le piccole fasce coltivate lasciano il posto alla pineta.


Arriviamo ad un bivio, il sentiero prosegue in salita sino ad incrociare la strada SP e poi l' Alta Via 5T , ma questa è un'altra storia, noi prendiamo a destra  per Volastra, il percorso si addolcisce prosegue pianeggiante seguendo l'andamento della montagna.
Ci immergiamo in una magica lecceta, molto apprezzata durante la stagione più calda.
Percepiamo lentamente il cambiamento del paesaggio, dal bosco di lecci e pini cominciano ad apparire le prime fasce coltivate.
Questo è il vero tratto identitario delle Cinque Terre, è' il punto dove meglio si può capire come l'opera dell'uomo abbia cambiato il paesaggio.
Sopra e sotto di noi ordinati terrazzamenti coltivati a vite.


Era molto tempo che non passavo da questa parti e solo ora capisco la difficoltà di coltivare questo territorio, i vitigni non sono alti più di un metro e mezzo imbrigliati in un reticolato per favorire la crescita e la maturazione dell'uva, il chè significa lavorare costantemente in ginocchio sia durante la vendemmia che prima durante la preparazione.


Proseguiamo per più di un chilometro in questo affascinante ambiente, sino a giungere a Volastra.
Pare che il nome derivi dal latino "vicus oleaster", ovvero villaggio dell’olio ed in effetti scendendo verso Manarola siamo completamente circondati da olivi centenari.


Prima di arrivare a incrociare la strada asfaltata, abbandoniamo il sentiero principale per svoltare a destra un'indicazione ci inviata ad una via alternativa per scendere a mare.
Il suggerimento viene davvero apprezzato, dopo un primo tratto pianeggiante il sentiero scende verticalmente, fate molta attenzione, ci sono passaggi davvero ripidi ma il panorama è incommensurabile.
Sotto Manarola e solo mare di fronte.



Scendendo attraversiamo il presepe che Mario Andreoli, ogni anno con grande merito e perizia, prepara per le feste natalizie.